cavatappi

Gli strumenti in cucina per gli amanti del vino

Cosa è necessario avere in cucina se si è un appassionato di vino? Se escludiamo i calici per vino ed un cavatappi, conosciuti dai più e presenti in quasi tutte le cucine d’Italia, cosa serve avere per gestire al meglio ogni situazione conviviale? Vediamo assieme quasi sono gli strumenti utili per ogni wine lover, quelli da avere sempre a portata di mano.

I calici, in due versioni, sono fondamentali a meno che non si voglia servire il vino nei classici bicchieri da acqua. Due versioni di calice sono fondamentali, quello per vino spumante da aperitivo e quello per vino fermo. In realtà, esisterebbero diverse tipologie di calici ma queste due tipologie riescono a coprire un po’ tutte le casistiche.

Il calice più stretto è ottimo per gli spumanti, come ad esempio il Prosecco con cui è ottimo iniziare una cena, il perfetto aperitivo. Il calice stretto permetto di conservare meglio le bollicine e riderne la dispersione, inoltre valorizza gli aromi rendendoli più diretti al naso. Ad onor del vero, per alcuni spumanti, come gli Champagne o i Franciacorta, si possono usare calici più ampi, per via della loro maggiore struttura sensoriale. Champagne e Franciacorta, dato il prezzo superiore (vedi la pagina prezzi Franciacorta), andrebbero valorizzati nel miglior modo.

Il secondo tipo di calice è quello a tulipano, più largo del precedente, nel quale può essere servito vino bianco, rosso e se si tratta di una grande bollicina anche quella. Il calice grande permette di far ossigenare meglio il vino, aumentando la superficie di contatto con l’ossigeno. Il calice grande valorizza il bouquet più complesso di questi tipi di vini ed al naso permette di sentire maggiori profumi. L’ossigenazione, infine, velocizza il risveglio del vino ed in bocca questo risulterà oggettivamente migliore. I due tipi di calici di cui abbiamo parlato sono il giusto compromesso per gestire al meglio ogni tipo di bollicina.

I calici da vino non sono la sola cosa fondamentale in cucina, a questi vanno aggiunti alcuni accessori utilissimi, come il cavatappi, preferibilmente quello a leva con lama per rimozione della capsula protettiva. Nel recente passato, in cucina si sono visti cavatappi con le forme più strane ma il classico cavatappi a leva è sempre il migliore. Segue una foto di un cavatappi a leva che mostra anche la tecnica con la quale si inserisce la vite di aggancio. Una volta avvitata, sarà sufficiente usare i due denti di aggancio per rimuovere il tappo, usare prima il più corto e successivamente il più lungo, in modo da semplificare il processo.

Oltre al cavatappi, sempre per avere tutto il necessario, è ottimo avere due tipi di tappi speciali con cui chiudere le bottiglie non finite. In base alla tipologia di vino si deve utilizzare un determinato tappo che avrà una funzionalità specifica per il tipo di vino.

Per i vini fermi (bianchi e rossi) si deve utilizzare un tappo che permetta di rimuovere l’aria all’interno della bottiglia, mentre per i vini spumanti si dovrà usare un tappo che permetta di aggiungere aria all’interno della bottiglia. Spieghiamo perché serve questo comportamento opposto.

Nei vini fermi, l’ossigeno è un nemico (lo è anche nei vini spumanti ma è il problema secondario) perché a contatto con il vino lo fa evolvere ossidandolo e rendendolo meno gradevole. Quindi, per i vini fermi è importante usare un tappo con pompetta ad estrazione, che permetta di rimuovere l’aria dalla bottiglia ed evitare il processo di ossidazione.

Per gli spumanti, il fattore da contenere è la perdita di bollicine, e questo si può ridurre con un tappo che lavori al contrario del precedente. Un tappo con una pompetta integrata che permetta di pompare aria all’interno della bottiglia e di aumentarne la pressione. Aumentando la pressione all’interno della bottiglia, le bollicine non potranno lasciare il liquido e rimarranno immerse!

Share this post